giovedì 23 agosto 2007

Palazzo Yacoubian - 'Ala Al-Aswani


'Ala Al-Aswani - Palazzo Yacoubian
2002 - Feltrinelli

Il Cairo. L'Iraq sta invadendo il Kuwait e sta per scoppiare la guerra. A Palazzo Yacoubian personaggi diversi tra loro incrociano le proprie esistenze, in comune il luogo dove vivono.
E' un mosaico di storie crude, fatte di corruzione, arrivismo, ipocrisia, miseria, pregiudizi, speranze disilluse. E' una denuncia sottile e amara, che passando attraverso storie private ci aiuta ad avere una visione più ampia.

[...] Le lezioni furono interrotte, le aule chiuse e gli studenti si mossero numerosi, gridando slogan e innalzando cartelli contro la guerra del Golfo. Quando venne annunciata la preghiera di mezzogiorno circa cinquemila giovani si allinearono per pregare sullo spiazzo di fronte alla sala delle riuioni (i ragazzi davanti e le ragazze dietro). [...]
Gli slogan si alzarono da tutte le parti. Venivano lanciati dagli studenti trasportati sulle spalle e poi ripetuti da migliaia di gole con un enorme fragore: "Islamica, vogliamo una nazione islamica, nè orientale nè occidentale." "L'esercito del Profeta tornerà.
Vili governanti, a quanto avete venduto il sangue dei musulmani?" [...]


HAIKU: storie su storie - mosaico di polvere - speranze perse

P.S. - 'Ala Al Aswani partecipa al 5° Festival della letteratura mediterranea (sul tema dell'eros) che si tiene a Lucera in provincia di Foggia dal 13 al 16 settembre, organizzato dall'associazione Mediterraneo è cultura.
Ne ricevo comunicazione e giro l'informazione a chi fosse interessato.

3 commenti:

Arame ha detto...

Immagino che sia un buon libro, io purtroppo ho pochissimo tempo per leggere come vorrei, e sono indietro con quelli che mi ero prefissata... uffi vorrei avere due vite, una delle quali solo per leggere.

stelladisale ha detto...

E' un bel libro, ultimamente sono molto attratta dai libri che parlano di posti che si conoscono poco, l'afghanistan, l'egitto, a volte un romanzo spiega meglio di tanti tg.

Arame ha detto...

Sicuramente!
Non solo, ho anche l'impressione che siano meno manipolati da influenze esterne e che quindi risultino più veri, malgrado le esigenze narrative.
Forse però mi piace solo crederlo ;)