mercoledì 25 novembre 2009

Panettoni alghe e pattume

No, non è una ricetta, ma non ho niente da postare per ora ed ho 3 segnalazioni:

1 - E' la settimana europea per la riduzione dei rifiuti il cui scopo è promuovere una maggiore consapevolezza. Purtroppo io vedo ancora poco interesse all'argomento, trattiamo il pianeta come fosse una enorme pattumiera e non abbiamo ancora capito che ci siamo dentro pure noi. Ho fatto un po' di post sull'argomento "vita ecologica" e nel mio piccolo cerco di evitare rifiuti inutili, non usando cose usa e getta, comprando se possibile cose sfuse, usando pochissimi detersivi, non sto a dilungarmi su questo perchè ne ho già parlato.
Una cosa è importante da capire: tutto comincia quando acquistiamo qualcosa. Fare acquisti consapevoli può addirittura diventare rivoluzionario se siamo in molti a farlo. Può influire sulle produzioni industriali, sul rispetto delle persone e degli animali, sulla sopravvivenza delle realtà locali, sulla salute del pianeta e sulla nostra salute. E' forse l'unico gesto che ci è rimasto per poter essere determinanti, essendo considerati ormai più consumatori che cittadini.

2 - Non partecipo quasi mai ai contest/premi/meme perchè mi annoiano e non riesco ad inseguire tutti, ma credo che parteciperò a questo, anche se preferirei farlo fuori concorso, se possibile, non mi piace la cattiveria/invidia/diffidenza che si scatena tra blogger quando c'è in palio qualcosa. Si tratta di fare un panettone o un pandoro antintolleranze, scegliendo l'intolleranza che preferiamo, ai latticini, al nickel, alle uova, al glutine... non è una bellissima idea? E poi si sa che mi piace fare le cose dove manca qualcosa.

3 - Nel caso qualcuno ancora non lo sapesse sabato pomeriggio sarò qui. Per la precisione verso le 15. Se siete a Milano o limitrofi, fateci un pensiero, anche per i sabati successivi in cui io non ci sarò, ovviamente :-)

giovedì 19 novembre 2009

Focaccia olive taggiasche e sale affumicato


Quando una cosa mi viene buona comincia il delirio del “e adesso perchè sarà venuta così buona?”. :-)
Perchè capita di fare le cose casualmente. Allora “fammi pensare cosa ci ho messo”, “cosa ho fatto di diverso”, “mi sarò dimenticata di scrivere qualcosa che ci ho messo o di metterci qualcosa che avevo scritto?”, e “quanto ho aspettato prima di metterla in forno da quando il forno è andato in temperatura” (sempre per la storia delle curve), e “questa che farina era, quella che ho preso quando non ho trovato l'altra?”, e “mi devo ricordare la marca delle olive”, e “ieri che temperatura ci sarà stata che è lievitata così bene”. Perchè so che se la rifaccio non mi viene più uguale uguale, comunque. So anche che se qualcuno la rifà a casa sua con un altro forno un'altra farina un'altra pasta madre delle altre olive verrà una cosa completamente diversa, è normale. Ma dato che ho un blog, cerco di essere più precisa possibile. La foto serve a questo, anche. A mostrare la ricetta. Stop. Mi piace che si veda l'alveolatura, che si vedano i buchi mollicci oleosi, che si intuisca che la crosticina è sottile e croccante.
Da Enza l'altro giorno si è scatenata una discussione sulle foto. Per me è molto semplice, la foto serve a spiegare la ricetta, deve essere vera, non troppo artefatta, bella ma “normale”, non deve sembrare che sia stata troppo pensata, non deve venire il dubbio che quel cibo non sia commestibile, come nelle riviste di cucina. Tempo fa mi era venuta voglia di comprarmi una macchina decente, una reflex, magari anche delle luci adatte, poi ho pensato che non mi piaceva l'idea di diventare troppo “professionista”, il blog è un blog, è una cucina di casa fotografata di corsa perchè se no si raffredda, che se è nuvoloso e c'è un po' buio pazienza, cerco di usare un tempo lungo puntellandomi coi gomiti, questi sono i miei effetti speciali, non mi piace l'idea di avere un baraccotto scenografico sempre tra i piedi con cartoncini cavalletto e luci... uso sempre gli stessi piatti e perlomeno se trovo mie foto in giro sono riconoscibili, come fosse una firma, non mi piace l'idea di comprare cose apposta per il blog, tutte spaiate, magari posso soffermarmi un po' di più a fotografare qualcosa di freddo, dei biscotti per esempio, se la cosa mi diverte, niente di più. Tutti i blog hanno un senso, quelli belli, quelli brutti, quelli con delle belle ricette, quelli con delle belle foto, quelli con tutte e due, quelli che sembrano riviste di cucina, quelli che sembra roba già digerita, quelli che si dilungano tantissimo, quelli che due parole e via, quelli che usano ingredienti strani e quelli che usano roba pronta per far prima, tutti hanno un senso perchè sono tutti lo specchio della persona che ci sta dietro, siamo liberi di non visitarli se non ci piacciono.

150 gr di pasta madre rinfrescata
300 gr farina 0 biologica + altra q.b.
250 ml acqua tiepida
1 cucchiaino di malto di grano
3 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino e mezzo di sale vichingo affumicato + altro sopra
una manciata di olive taggiasche denocciolate sott'olio + il loro olio


Ho sciolto la pm nell'acqua tiepida (40 gradi circa) col malto, ho aggiunto i 300 gr di farina l'olio e il sale, ho impastato aggiungendo altra farina fino ad avere un compostio non appiccicoso ma molle. In tutto non più di un minuto.
Ho dato le pieghe un paio di volte, nel senso che ho portato i lembi di pasta verso il centro, senza aggiungere farina, facendo il giro un paio di volte. Ho ribaltato e lasciato riposare circa tre ore in forno spento, poi ho fatto un altro giro di pieghe e lasciato altre 2 ore a lievitare.
Ho poi steso la pasta. Io per la focaccia faccio così: formo un disco senza schiacciare e lo tengo da un lato con le mani lasciandolo penzolare in modo che si allunghi con la forza di gravità, girandolo perchè si allunghi in modo uniforme, poi lo metto sulla teglia (sottile di alluminio coperta di carta forno) e lo tiro ancora un po' verso lì'esterno.
Su questa ci ho messo le olive schiacciandole bene e poi ho cosparso di olio del vasetto, senza affogarla ma bella bagnata. Ho sparso anche un altro po' di sale affumicato. L'ho lasciata riposare mentre si scaldava il forno, coperta con uno strofinaccio.
Quando è scattato a 200 gradi l'ho infornata per 15 minuti. Buonissima tiepida ma anche il giorno dopo.

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lunedì 16 novembre 2009

Crackers con pm ai semi di girasole


La pm è la pasta madre. Avevo già fatto qualcosa di simile qui, ma quelli erano senza pm, questi sono venuti così buoni che ne ho mangiato una carrettata, e non sono riuscita a lasciarne nemmeno uno anche solo per vedere fino a quando si mantenevano. Comunque appena fatti sono buonissimi, e anche il giorno dopo. Non sono duri, sono leggermente sfogliati all'interno e friabili, se non si mettono i semi di girasole si riesce a tirarli anche più sottili, magari col sesamo.
La ricetta l'ho presa dalla golosastra che l'ha presa dalla lo. Perchè funziona così, qui: ci si copia, ci si cita, ci si ricopia e ci si ricita e le ricette fanno giri immensi e poi a volte ritornano. Lo dico per i noblogal che dovessero passare a curiosare e magari non lo sanno.
Da rifare assolutamente sbizzarrendosi con farine diverse e semini vari.

200 gr circa di pasta madre rinfrescata
5 cucchiai olio evo
350 gr farina 0 + semola per la spianatoia
120 gr acqua
2 cucchiaini sale vichingo affumicato
una manciata abbondante di semi di girasole


Ho mescolato tutti gli ingredienti e aggiunto farina fino ad avere un impasto non appiccicoso (la ricetta diceva 250 gr), ho impastato a mano una decina di minuti e fatto le pieghe, lasciato a riposare alcune ore e poi diviso in 4.
Ogni pezzo di pasta l'ho ripiegato su se stesso due volte dopo averlo infarinato, per ottenere un effetto semisfogliato, sulla spianatoia mi piace usare la semola perchè è più ruvida, ho steso più sottile possibile col mattarello, considerato che i semi fanno spessore, poi ho tagliato in quadrati e infornato a 180 gradi (diciamo a come gira al mio forno in quel momento perchè effettivamente ho notato spesso che fa un po' come gli pare e leggendo qui ho anche capito il perchè).
Non devono scurire troppo.

Dimenticavo.
Ho deciso di partecipare anche io allo swap natalizio di muccasbronza.
Se volete partecipare anche voi sbrigatevi perchè bisogna aderire entro il 20 novembre.
No, niente pdf.

martedì 10 novembre 2009

Spaghetti alga zucca uvetta mandorle



Prima di tutto una segnalazione: questo post è stato modificato, il perchè è spiegato all'inizio del post, chi l'ha linkato mettendo il bannerino si regoli di conseguenza. Non è più possibile lasciare commenti o fare segnalazioni e i commenti esistenti non sono più visibili.
Sono comunque sempre a vostra disposizione in e-mail se volete comunicarmi o chiedermi qualcosa.
Chiuso l'argomento.

Sta ricetta con le alghe è una cosa semplicissima, perfetta per questo periodo, per prevenire i malesseri stagionali, per affrontare bene l'autunno, è anche buona. Questo tipo di alga in particolare (himantalia o spaghetti di mare) non è molto yang come la kombu o la wakame, ed ha anche un sapore meno intenso, è, come tutte le alghe, ricca di minerali e vitamine. Io l'ho presa qui quest'estate, devo dire la verità non le uso molto le alghe, le prendo in pillole ma a cucinarle non mi sono ancora abituata. Però penso che come tutte le cose basta trovare le ricette giuste, adatte al nostro gusto. Per cui ne approfitto per segnalarvi che tutti i sabati dal 14 novembre al 19 dicembre l'algheria vi invita a degustare specialità gastronomiche a base di alghe, nella sua sede a milano, potete scaricare l'invito qui.
Dovesse passare di qui qualche vipera la informo che l'algheria non mi ha dato neppure un'alghettina per 'sto spot, è solo un'informazione che mi fa piacere darvi. Magari può essere anche che ci vediamo lì.

Ho scaldato dell'olio evo con semi di cumino e anice e aggiunto zenzero e aglio grattugiati con la grattugina salentina di ceramica. L'alga himantalia l'avevo messa a bagno un paio d'ore prima, l'ho tagliata e pezzettini ed aggiunta anche quella, ho fatto cuocere 5 minuti circa con un mestolo di acqua della pasta. La zucca l'avevo cotta in forno senza niente, ho aggiunto anche quella, tagliata a pezzettini, con dell'uvetta. Ho scolato la pasta e l'ho aggiunta in padella col sugo e con delle mandorle tritate.

Saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro. Dovevo dirla, ce l'ho in mente da ieri :-)

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domenica 8 novembre 2009

La crostata di mele e mandorle è di Adriano Cortinisio


Oggi post a blog unificati (o quasi).
La ricetta originale la trovate qui.
Il perchè di questo post col testo completo lo trovate qui.

Gli altri blog che hanno al momento aderito all'iniziativa sono: qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui...
E poi ancora qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui...
E qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui,...

venerdì 6 novembre 2009

Biscotti morbidi castagne noci e miele


Gli scribacchini hanno lanciato un po' di domande qui e io ho subito pensato a questi biscotti, per la categoria “ricette reinterpretate all'infinito”. Si, anche la “pasta strudel” (col vino, con l'aceto, col cremor tartaro, col bicarbonato), o le tagliatelle (che ormai ci ho messo dentro qualunque cosa, con l'uovo senza uovo, con la semola, con la zero, col cacao col caffè lo zafferano le castagne).
Ma questi biscotti la prima volta li ho fatti due anni fa e indovinate dove avevo preso la ricetta? Dagli scribacchini. Sono ormai “i miei biscotti” quelli che regalo e quando dico tutte le cose che non ci sono dentro mi guardano preoccupati, quelli che ho provato col cocco, con nocciole e cacao, con le mandorle, integrali, non integrali, con miele, con malto, quelli che se vuoi una cosa dolce non stucchevole, morbidosa, che si conservi bene, senza latticini né uova, con poco zucchero, sostanziosa ma salutare, allora sono anche i tuoi biscotti, mi sa.
Sta volta li ho fatti così:
100 gr di noci, 150 gr di castagne bollite e tritate, 150 gr di farina 0, un pizzico di sale, 1 cucchiaino di cremor tartaro di quello già addizionato con il bicarbonato, 2 cucchiai di zucchero di canna di quello molto scuro del commercio equo-solidale, 4 cucchiai di miele di castagno bio, 8 cucchiai di olio d'oliva.
Non ho avuto bisogno di aggiungere acqua perchè la consistenza era perfetta. Se pensate che l'olio d'oliva abbia un sapore troppo forte, no no, io uso un olio ligure ma vi posso assicurare che non lo si sente come sapore dominante, con lo zucchero di canna e il miele rimane perfettamente equilibrato, dai miei esperimenti con la frolla all'olio ho imparato che se si usa il malto al posto dello zucchero, allora si, si avverte un po' troppo il sapore di olio, ma con lo zucchero di canna e il miele no.
Si tritano le noci e le castagne con i due cucchiai di zucchero, si uniscono tutti gli altri ingredienti, si amalgama bene con le mani, si fanno delle palline schiacciate (io le ho decorate con la forchetta) e si mettono in forno a 180 gradi per 15 minuti circa.

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mercoledì 4 novembre 2009

Riso integrale con cavolo rosso e vino rosso


Tempo di cose semplici e salutari. Dopo aver sbracato completamente con lo strutto, le castagne e soprattutto liquori e marmellate portati dalla sardegna, è ora di rimettersi in riga, soprattutto in un periodo così delicato di cambio di stagione, dove le difese devono restare alte. Unica eccezione sarà la crostata di Adriano l'8 novembre.
Questo riso è di una semplicità estrema, ed è buonissimo.
Il cavolo rosso contiene molta vitamina C (che però si disperde molto in cottura) e minerali. L'ideale è farne degli insalatini e mangiarlo crudo, solo fermentato, per conservarne le proprietà, io ne ho usato anche metà per questo riso.

Il riso l'ho cotto come al solito nella pentola di ghisa (ma anche una d'acciaio va bene) facendogli assorbire tutta l'acqua di cottura. Ci mette circa 50 minuti. Nel frattempo ho cotto il cavolo rosso tagliato sottile, ho scaldato l'olio evo, ho aggiunto il cavolo, ho salato con sale affumicato, fatto insaporire mescolando, versato il vino rosso (ho usato un nebbiolo) e cotto per 10 minuti circa, spento e lasciato riposare. Quando il riso è stato quasi cotto l'ho buttato nella padella col cavolo, ho finito la cottura, aggiunto pecorino grattugiato e pepe nero. Insomma le solite cose mie, niente di particolare.
Come si vede dalla foto era più cavolo che riso, ma non ha un colore bellissimo? Se fosse stato ancora ottobre sarebbe anche andato bene per questa iniziativa dei food-blog polacchi di dedicare un piatto rosa al mese della prevenzione dei tumori al seno.

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lunedì 2 novembre 2009

Torta di cavolo nero


L'ennesima torta salata con il solito impasto, come mi piace questo impasto! Rimane friabile, leggermente sfogliato, è leggero, si fa in un attimo e ci si può mettere dentro di tutto, anche niente, al limite. A volte uso il vino a volte non metto il cremor tartaro ma credo che questo con l'aceto sia il migliore di tutti.
E poi qui c'è il cavolo nero, che è buonissimo, me n'è arrivato un mazzone enorme dalla bioexpress e un po' l'ho messo in freezer un po' c'ho fatto la zuppa un po' l'ho messo qui. Con 'sto ripieno ci si può anche condire la pasta, è vegano perchè era così buono che non lo volevo uccidere col formaggio.

Per il ripieno ho scaldato in padella aglio grattato con la grattugia di ceramica, olio evo e peperoncino, ho cotto il cavolo nero tagliato a listerelle con l'aggiunta di un po' di acqua (io ho usato quella dove avevo cotto dei fagioli) e sale. Mi piace che la costa rimanga croccante per cui non lo cuocio tantissimo.

Per la pasta ho impastato 200 gr di farina 0, 2 cucchiai di olio evo, 1 cucchiaio di aceto di mele, 1 pizzico di sale, un quarto di cucchiaino di cremor tartaro di quello già addizionato con bicarbonato e acqua fino ad avere la consistenza giusta.
Ho steso col mattarello due dischi, farcito, cotto a 180 gradi fino a leggera doratura. Lasciata fuori dal frigo rimane buona anche il giorno dopo.

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