venerdì 29 gennaio 2010

Vita nei libri e libri nella vita

Non era bello una volta quando si facevano i meme? si lo so che tutti dicevano oddio mi hai passato un meme come fosse una malattia però poi si facevano ed era divertente, per lo meno alcuni erano divertenti, poi è passata la moda dei meme e adesso questi giochini girano in fb, ma è diverso perchè li vedono solo pochi amici la maggior parte dei quali chissà chi sono, insomma per farla breve questo giochino l'ho visto lì ma poi fiordisale c'ha fatto un post, che lei ama 'ste cose, si sa, e io dietro a ruota e mi sono divertita un casino a cercare nella mia libreria...
Consiste nel rispondere alle domande con un titolo di un libro, fatelo anche voi, dai che è divertente :-)


SEI UN UOMO O UNA DONNA?
Lucertola - Banana Yoshimoto

DESCRIVITI:
No Logo - Naomi Klein

COME TI SENTI?
Una pace perfetta - Amos Oz

DESCRIVI DOVE VIVI AL MOMENTO:
Un posto nel mondo - Fabio Volo

SE POTESSI ANDARE OVUNQUE, DOVE ANDRESTI?
Ritorno alla terra - Vandana Shiva

COSA AVRESTI VOLUTO FARE DA GRANDE
Pura vita - Andrea De Carlo

LA COSA CHE TI FA SOFFRIRE MAGGIORMENTE
L'oblio - Josephine Hart

UNA COSA CHE NON FARAI MAI
Castelli di rabbia - Alessandro Baricco

TU E IL/LA TUO/A MIGLIOR AMICO/A SIETE..?
Diario di scuola - Daniel Pennac

COSA TI MANCA
La spiaggia - Cesare Pavese

LA STAGIONE IN CUI TI SENTI PIU’ VIVO
La vampa d'agosto - Andrea Camilleri

MOMENTO PREFERITO DELLA GIORNATA
Quel che resta del giorno - Kazuo Ishiguro

SE LA TUA VITA FOSSE UNO SHOW TELEVISIVO, COME SI CHIAMEREBBE?
Come l'acqua che scorre - Marguerite Yourcenar

CHE COS’È LA VITA PER TE?
Il nocciolo della questione - Graham Greene

UN ANNO CHE NON SI PUO’ DIMENTICARE
L'amore a Londra e in altri luoghi - Flavio Soriga

LA TUA RELAZIONE:
Il campo di nessuno - Daniel Picouly

HAI PAURA DI?
Io non ho paura - Nicolò Ammaniti

IN ALCUNI MOMENTI TI SENTI…
La straniera - Younis Tawfik

UN LUOGO IN CUI NON SEI MAI STATO
Il giardino dell'eden - Ernest Hemingway

MEZZO DI TRASPORTO PREFERITO
Un altro giro di giostra - Tiziano Terzani
preferibilmente
Ad occhi chiusi - Gianrico Carofiglio

QUAL È IL MIGLIOR CONSIGLIO CHE TU POSSA DARE?
Non buttiamoci giù - Nick Hornby

UNA COSA DI CUI SEI CONSAPEVOLE
L'insostenibile leggerezza dell'essere - Milan Kundera

OGNI TANTO PENSI CHE…
Non è successo niente - Antonio Skarmeta

DI COSA HAI BISOGNO IN QUESTO MOMENTO
Vino, patate e mele rosse - Joanne Harris

OGNI TANTO TI DOMANDI…
Per dove parte questo treno allegro - Sandro Veronesi

PENSIERO DELLA GIORNATA
E' stata una vertigine - Maurizio Maggiani

SE POTESSI RIAVERE INDIETRO QUALCOSA DALLA VITA COSA VORRESTI?
Qualcosa da tenere per se - Margherita Oggero

IL TUO MOTTO
Parti in fretta e non tornare - Fred Vargas

giovedì 28 gennaio 2010

Biscotti salati vegani all'avena



Biscottoni perfetti per la prima colazione, semplici e velocissimi da fare.
Li ho copiati qui, da yari, dove c'è sia la versione dolce che quella salata.
Si prestano a varianti di tutti i tipi, cambiando spezie, farina, fiocchi, aggiungendo semini...
Io li ho fatti così:

100 gr fiocchi d'avena grandi bio
100 gr farina tipo 2 bio
mezzo cucchiaino di cumino
mezzo cucchiaino di anice
mezzo cucchiaino di sale affumicato
1 cucchiaino di cremor tartaro
di quello addizionato col bicarbonato e l'amido che si trova nei negozi bio
50 gr olio evo
acqua calda q.b.


Si uniscono tutti gli ingredienti, per ultima l'acqua fino ad avere un composto molle appiccicoso.
Si stende su carta forno infarinata col mattarello molto infarinato, si lascia riposare 15 minuti (nel frattempo si scalda il forno) e poi si taglia con la rotella.
Si cuoce a 150 gradi 20 minuti circa.

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mercoledì 20 gennaio 2010

Stecche senza impasto quasi baguette


Mesi che rincorro la baguette e quando pensavo di star facendo un'altra cosa, me la ritrovo, è lei, la baguette, morbida dentro, con la mollica non compatta e alveolatissima, con la crosta croccante e sottile non troppo secca, morbida che la puoi schiacciare, non troppo alta e neppure troppo bassa, che tagliata non ha la forma tonda ma semmai ovale, non più larga di 6/7 centimetri e lunga, insomma la baguette, me la ricordo benissimo, sarà un po' che non compro il pane ma la baguette me la ricordo, è questa.
Quella di parigi, comprata ancora calda in rue de la roquette e poi mangiata col camembert a colazione, quella di londra, comprata tutte le sere di corsa in sloane street al drugstore "ne mangi eh di pane?" e mi sentivo in un telefilm americano, "è per il ristorante"...
E poi ancora parigi parigi parigi, per me parigi è la baguette, chissenefrega dei macarons, questo per dire che non mi sono bevuta il cervello, se dico che le somiglia le somiglia, mancano i tagli diagonali, le estremità un po' a punta, è leggermente più piatta, se no sarebbe proprio lei.
Perchè mi son stupita tanto? perchè questa non sarebbe la ricetta della baguette, è diverso l'impasto, diversa la formatura, sopra c'è anche un filo d'olio che nella baguette non ci sarebbe, questa è la ricetta delle stecche senza impasto, un'altra cosa della serie "pane for dummies" che lo lasci un giorno a lievitare e fa tutto da solo.
La ricetta della baguette la cerco da un po', l'ho anche trovata (in mezzo ad un sacco di robe strane chiamate baguette, sembra che qualunque filoncino venga chiamato baguette, addirittura in un forum una cosa tonda pennellata d'uovo con dentro burro e latte è stata chiamata baguette!) l'ho trovata ma solo col lievito di birra, o col lievito di birra insieme alla pasta madre, il primo per la lievitazione, l'altra "per il sapore". Lo spiegate voi alla mia pm che dovrebbe essere relegata, se pur per una buona causa, al ruolo di insaporitrice e accoppiarsi al lievito di birra? Quella mi s'addormenta un'altra volta come due anni fa! Meglio non rischiare. Ho anche provato a convertire una ricetta per la pasta madre ma niente, m'è venuta 'na schifezza, non è che non fosse commestibile, è che non era la baguette.



Insomma per farla breve la ricetta di queste stecche senza impasto ma che si sentono baguette l'ho trovata qui: e l'ho fatta uguale, ho solo usato la farina 2, the best :-) e ho usato il malto al posto dello zucchero, e non ho messo il rosmarino.


50 gr pasta madre appena rinfrescata
455 gr farina tipo 2 bio
350 gr acqua
mezzo cucchiaino di sale
mezzo cucchiaino di malto di grano

sale e olio



L'impasto è il tipico impasto da pane senza impasto, cioè molle, molto idratato. Più che impastare si mischia bene il tutto per amalgamare gli ingredienti, con le mani.
L'ho lasciato 24 ore a lievitare coperto nel forno spento, ma se mi serve il forno lo metto in un armadietto, basta che sia al riparo. Devono formarsi le bolle.
Poi ho infarinato bene la spianatoia, versato l'impasto, con l'aiuto della farina ho dato tre giri di pieghe del primo tipo, queste, spostato su un canovaccio pulito non lavato con detersivi e infarinato, pennellato di olio evo, cosparso con una presa di sale, avvolto nel canovaccio e lasciato riposare per un paio d'ore. Dopo un'ora e mezza, cioè mezz'ora prima della fine della lievitazione, ho acceso il forno a 200 gradi (ma dipende dal forno). Ho tagliato in 4 strisce l'impasto, sempre aiutandomi con la farina perchè è ancora un po' appiccicoso, ho tirato le 4 strisce più lunghe possibile, senza schiacciarle le ho spostate sul tappetino di silicone messo sulla griglia del forno, praticamente sono talmente molli che solo spostandole si allungano, meno si toccano e meglio è perchè dentro ci sono le bolle. Con queste dosi vengono 4 filoncini della lunghezza del forno.
Ho pennellato con poco olio e sparso poco sale, nel frattempo il forno era a temperatura, ho cotto 20 minuti circa e mangiato subito, appena si riesce a farlo senza ustionarsi. Se si mette in freezer basta scaldarlo un attimo in forno quando è scongelato e torna come nuovo.

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lunedì 18 gennaio 2010

Riso integrale mirto e castagne


Tempo di cose semplici, gennaio. Con un grande anno vuoto davanti non viene anche a voi un po' di vertigine? Poi con la primavera passa.

Dal tempo delle castagne ne avevo ancora un po' in freezer già cotte, per la verità non sanno di niente, proverò l'anno prossimo a congelarle crude, messe nel riso però danno quel tocco di dolcezza che col mirto ci sta bene. In sardegna a settembre tra le altre cose avevo preso delle bacche di mirto secche senza sapere poi cosa farne, in pratica, allora ho pensato ad un decotto, e ci ho cotto il riso, ovviamente integrale.

Il riso l'ho cotto come al solito facendogli assorbire tutta l'acqua di cottura (circa un litro di acqua per tre pugni scarsi di riso). Ci mette circa 50 minuti ma dipende dal riso, io ho usato un baldo integrale biodinamico. Al bollore dell'acqua, prima di mettere il riso, ho messo due bustine di quelle per il te piene di bacche di mirto e le ho fatte bollire col riso, togliendole però dopo una decina di minuti, per paura che diventasse troppo amaro. Il mirto da al riso quel sapore inconfondibile amarognolo che magari da solo potrebbe essere troppo preponderante ma che con qualcosa di dolce ci sta bene (castagne, ma anche zucca, carote).
Mentre il riso cuoceva ho scaldato dell'olio evo in padella ed ho cotto dello scalogno tritato a fuoco basso, ho aggiunto le castagne tagliate a pezzetti, un pizzico di un mix di spezie fatto al momento (pepe nero, peperoncino, coriandolo, anice, cumino, chiodo di garofano), un pizzico di sale affumicato, un bicchierino di liquore di mirto rosso e del pepe rosa intero che mi piace trovare sotto i denti ma che al limite si può pestare col resto delle spezie. Non ho aggiunto altro. Il sale nell'acqua del riso non lo metto mai, secondo me rovina il sapore ma son gusti. Quando il riso è stato cotto l'ho aggiunto al condimento in padella, girato, lasciato riposare un minuto e servito.

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mercoledì 13 gennaio 2010

Cose che funzionano 2

Come sa chi mi conosce ho quasi eliminato i detersivi e i detergenti di sintesi. Sembra strano ma quando si impara come muoversi si scopre che usiamo soprattutto cose inutili che ci hanno convinto siano utili solo per motivi commerciali. Non mi dilungo perchè ci avevo fatto un post. Alla fine uso soprattutto sapone di marsiglia, le noci lavatutto non le uso quasi mai perchè non ho capito se lavano oppure no. A volte faccio prima un ammollo, per le cose bianche aggiungo succo di limone e soda solvay e poi metto in lavatrice con l'aceto nella vaschetta dell'ammorbidente. Nient'altro. Ho comprato tempo fa il percarbonato ma non ho ancora sentito il bisogno di usarlo. Quest'estate ho smacchiato una tovaglia con una poltiglia di sale e succo di limone messa al sole. Son soddisfazioni :-)
Per il viso uso spesso l'olio di sesamo con olio essenziale di tea tree. L'olio di sesamo è quello alimentare che c'è nei negozi bio, l'olio essenziale puro di melaleuca ce l'ho messo io, è disinfettante. Sto cercando di perdere il vizio del sapone liquido per usare i saponi solidi, quello liquido lo uso solo nella vasca da bagno ma ci aggiungo bicarbonato e ne uso molto meno di prima. Insomma si procede.

Per farla breve ieri ho ricevuto un altro pacchetto. Questo sito lo puntavo da un po': la saponaria. Avevo messo anche il link nei post cosmesi ecologica e pulizie ecologiche. Fanno saponi artigianali. Li fanno loro a mano con ingredienti selezionatissimi, per esempio non usano olio di palma di nessun tipo per i motivi che spiegano anche nel blog.
Non hanno un commercio elettronico ma basta mandare una email e si fa in un attimo. Mandano il listino, si fa l'ordine, si fa il bonifico, inviano la merce col corriere, semplice e veloce. I prezzi sono bassi considerata l'alta qualità del prodotto. Il packaging è ecologico e curato graficamente. L'impacchettamento è senza plastiche inutili. E soprattutto i prodotti sono naturali al 100%, come è rarissimo trovarne in commercio.
Ho comprato 4 saponette (argania spinosa e olio evo, papavero e cipresso, mediterraneo con aloe, propoli e limone), il sapone di marsiglia da bucato (con tea tree e citronella), le scaglie di sapone di marsiglia, l'olio di mandorle e l'olio di jojoba. Mi hanno mandato anche due saponettine omaggio.



In coda vorrei ringraziare Vera, la vegana più simpatica dell'web. Diciamo che lo swap di natale ha funzionato solo a metà visto che di pacchetto me n'è arrivato solo uno. Ma dato che siamo nel post "cose che funzionano" ringrazio la metà che ha funzionato. Vera è stata molto gentile, ci siamo scambiate alcune email, si è scusata perchè non era riuscita a spedire il pacchetto entro il 10 come da regolamento, pacchetto che comunque nonostante la neve è arrivato il 23 dicembre ed è stato molto gradito, ovviamente, perchè confezionato col cuore. Il suo pacchetto è questo qui sotto, conteneva dolci vegani fatti da lei, nocciole e noci nel malto, castagne, il pisto, pirottini di natale e un suo biglietto.

lunedì 11 gennaio 2010

Cose che funzionano

Ultimamente mi sono lamentata un po' per cui vorrei fare un paio di considerazioni positive, per cominciare bene l'anno :-)

Come qualcuno sa (essendomi gasata in modo eccessivo quando è arrivato il depliant trilingue due mesi fa) da gennaio nel mio paese piccolissimo (non fai a tempo ad arrivarci che, ops, sei già in un altro comune e non te n'eri accorto) è cominciata la raccolta differenziata porta a porta. Con un ritardo notevole rispetto a molti paesi della zona, del resto.
Viene raccolto l'organico in bidoncini marrone distribuiti dai vigili gentilmente porta a porta, con altri bidoncini, verdi, per vetro e lattine. Poi viene raccolta la plastica, la carta e il tetrapak, e poi l'indifferenziato, in sacchetti trasparenti. Beh ho scoperto una cosa, io di indifferenziato ne produco così poco ma così poco che quando avrò fatto un paio di aggiustamenti che vorrei fare ne produrrò probabilmente quasi zero.
Perchè se non usi cose usa e getta, se non compri troppe cose confezionate, se dividi bene tutta la tua immondizia con pignoleria, alla fine cosa ti resta? Quasi niente.
Pensiamoci quando discutiamo di inceneritori termovalorizzatori e discariche.

In realtà io sono un'ottimista, do sempre per scontato che le cose funzionino e possano funzionare. E se una volta non funzionano la prendo come un'eccezione. Stop.
Per esempio credo in internet e in chi ci crede, trovo che sia stata un'invenzione epocale che dovremmo usare meglio ma comunque meno male che c'è.
Ho fiducia da anni negli acquisti on-line. Non ho mai pensato che fosse rischioso usare la carta di credito in internet, non più che al ristorante o al distributore. Ho fiducia anche nelle poste e nei corrieri. Lo dico perchè ultimamente mi sono lamentata perchè non sono arrivate un paio di cose.
Quasi sicuramente dipende da chi doveva spedire.
Negli anni ho comprato on-line tantissime volte. Centinaia. Potrei farvi un elenco interminabile di acquisti tutti andati a buon fine. Centinaia di libri prima di tutto. La macchina fotografica, il telefonino, il cordless, perfino la sedia stokke che dondola su cui sono seduta adesso. Poi farina, cereali, legumi, saponi, stampi per il panettone, sementi, spezie, tè e alghe. Spesso cose introvabili se non on-line. Spesso a prezzi più bassi dei negozi e con informazioni più dettagliate.
Ho avuto problemi solo con terreexotique che dopo due volte che il pacco gli è ritornato al mittente (chi lo sa il perchè) m'ha mandato un assegno in una busta per posta ordinaria (per dire che a volte pensiamo di essere imbranati noi italiani, beh non è sempre così).
L'ultimo acquisto che ho fatto, per esempio, sono queste cose qui sotto. Sempre presa dalla riduzione dei rifiuti ho pensato di provare finalmente una cosa che volevo provare da tempo: la luffa. E' una spugna vegetale, la si può anche seminare e coltivare, è una specie di cetriolone che poi si fa seccare.
Già che c'ero ho acquistato anche delle sementi, che ormai è quasi primavera :-)
Mi hanno mandato omaggio una bustina di semi di peperoncino di cayenna, anche.
Il sito è I fiori del bene.
Ho ordinato il 4 gennaio, pagato con paypal (comodissimo basta scrivere la password), m'è arrivata subito la mail di benvenuto con la conferma dei dati dell'account, la mail di conferma da paypal dell'avvenuto pagamento e poi la mail di conferma dal negozio del pagamento ricevuto, poi la conferma dell'ordine con il dettaglio dell'ordine e i link per controllare sul sito lo storico ordini e il mio account, dove si scarica anche la fattura, poi mi è arrivata la mail che il mio ordine era in elaborazione, sempre il 4 gennaio, poi il 5 gennaio mi è arrivata la mail che l'ordine era stato spedito, con link per tracciare la spedizione sul sito delle poste. Il 9 gennaio, sabato, è arrivato, consegnato dalla postina per posta raccomandata, semplicemente.
Questa è, E DEVE ESSERE, la norma.
Per la cronaca la busta è arrivata da Procida (Napoli).



Altri siti che funzionano dove ho acquistato nell'ultimo anno:
palatifini (sali vari e spezie introvabili, il pepe lungo per la precisione)
labottegadellaluna (mooncup)
insiemeate (te verde, bustine vuote per il te, termometro)
etsy (orecchini bellissimi che ho regalato, arrivati dalla francia)
plurimix-point (farine biologiche e stampi per panettone)
tibiona (farine biologiche, riso, mandorle, legumi)
algheria (alghe)
lafeltrinelli (libri)
bol (libri)
unilibro (libri)
libreriauniversitaria (libri)

Nel caso non fosse evidente non ho ricette da postare.

venerdì 8 gennaio 2010

Tartellette mele e mandorle vegane senza zucchero



E' da quando ho fatto la crostata di mele e mandorle di adriano (che è venuta 'na schifezza perchè io quelle cose lì non le so fare) che ho voglia di farne una a modo mio.
Queste tartellette son venute buonissime, dolci (fin troppo per i miei gusti ma volevo fare una cosa che sembrasse “normale”), friabili, equilibrate, credo il miglior dolce vegano senza zucchero che io abbia fatto, ma forse lo dico tutte le volte, ovviamente digeribilissime e antintolleranze. La “frolla” è morbida e friabile, ma non contiene grassi idrogenati margarine oli di semi o altre porcherie, è fatta con olio evo che per i dolci è perfetto, non ce n'è neppure molto. Ovviamente non lo si sente il sapore, serve a dare friabilità.

130 gr farina 2
100 gr farina di mandorle (mandorle senza pellicina tritate nel macinacaffè)
un terzo circa di cucchiaino da caffè di vaniglia bio in polvere
mezzo cucchiaino da caffè di cremor tartaro di quello naturale già addizionato col bicarbonato
un pizzico impercettibile di sale
2 cucchiai di malto di grano bio
2 cucchiai di olio evo
latte di mandorle bio non dolcificato q.b. (ma ne basta pochissimo, se non lo avete va bene l'acqua o altro latte vegetale)

2 mele piccole bio
2 cucchiai di malto di grano bio
1 cucchiaio di calvados
mandorle a lamelle

2 cucchiai di malto
acqua


Mischiare tutti gli ingredienti amalgamando bene, se serve aggiungere un pochino di latte di mandorle, e lasciar riposare (non c'è bisogno di mettere in frigo) mentre si preparano le mele.

Tagliare a dadini due mele piccole (le mie erano golden) pelate (il torsolo e la buccia potete metterli in freezer per fare la pectina, al limite... mai provato eh ma ci vorrei provare). Cuocerle in padella con 2 cucchiai di malto e 1 di calvados (o marsala ma allora magari diminuite il malto) fino a quando sono cotte ma non spappolate, una decina di minuti.

Ungere gli stampini e stendere la pasta con le mani, alta mezzo centimetro circa, livellando bene i bordi, mettere le mele a dadini con un po' di sughetto che s'è formato e cospargere di mandorle a lamelle. Infornare a 170 gradi per 15 minuti circa, fino a doratura leggera.

Sciogliere due cucchiai di malto con un cucchiaio di acqua in un pentolino.
Quando sono fredde versarlo caldo a filo sulle tartellette (o pennellarlo) per dare un aspetto lucido, senza esagerare, se no si bagna troppo la pasta sotto.
Si conservano benissimo per almeno 3 giorni. Con queste dosi ne vengono 8/9.

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sabato 2 gennaio 2010

Arrosto di seitan al vino rosso e arancia


Fare il seitan è facilissimo e si fa in un attimo! Ed è anche buono, niente a che vedere con quella cosa che si compra nei negozi bio, che non m'è mai piaciuta, oltretutto quello lo trovo pesante mentre questo è leggero e digeribilissimo.
Comunque cominciamo dall'inizio, come procedimento ho seguito più o meno questo.

Per il seitan:
1 chilo di farina integrale di kamut biologica* (vedere in fondo per la predichetta)
acqua q.b.

Per il brodo:
salsa di soia/zenzero fresco/scalogno/anice e cumino
(ci voleva la kombu ma mi sono dimenticata di metterla, si possono usare altre spezie, erbe, verdure)

Ho impastato pochi minuti la farina (senza setacciarla prima) con acqua come per fare il pane, fino ad ottenere un panetto morbido non appiccicoso, e l'ho messo in frigo, coperto.

Dopo un'oretta l'ho tolto, l'ho messo in una pentola piena di acqua fredda ed ho cominciato a "sciacquarlo" stringendo e mollando con le mani, cambiando ogni tanto l'acqua, fino a quando non diventa abbastanza limpida, ma non troppo, un po' di amido è meglio lasciarlo così resta più morbido, ad un certo punto tende a sfaldarsi ma alla fine rimane un panetto morbido spugnoso bello compatto (con un chilo di farina m'è venuto un seitan da 500 grammi abbondanti).
L'acqua con l'amido si può tenere, soprattutto quella iniziale che ne contiene di più, prima di tutto è molto utile per lavare i piatti e poi la si può anche usare per addensare zuppe o altro.

A questo punto questa massa di glutine va fatta bollire nel brodo, fatto con gli ingredienti che si preferiscono, ma consigliati sono salsa di soia, zenzero e kombu. Io non l'ho legato, l'ho solo lavorato un po' con le mani per renderlo più compatto e poi l'ho buttato nel brodo bollente, non s'è mosso d'un millimetro, invece, come vedete dalle foto, si gonfia parecchio. Poi l'ho anche fatto rosolare in padella.
Nella foto 1 il seitan crudo, nella foto 2 il seitan bollito (essendo lo stesso piatto si vede che è cresciuto), nella foto 3 il seitan passato in padella per farlo insaporire ulteriormente con olio e salsa di soia (è solo un po' più unto, più che altro la cosa che mi piace di queste tre foto è che si vede la luce che cambia perchè s'è fatta sera anche se non centra niente col seitan). A questo punto si potrebbe anche mangiare, in pratica è l'arrosto di erbaviola, ma il seitan secondo me più lo si paciuga insaporisce e meglio è. Io l'ho fatto marinare e il giorno dopo l'ho cotto nel forno. Nella foto 4 la marinatura e nella foto 5 il seitan cotto e finito.
Per la ricetta ho preso spunto da qui.

Per la marinatura:
500 gr di seitan bollito e passato in padella come sopra
250 ml di vino rosso (io ho usato un cannonau riserva preso in cantina sociale a castiadas, sardegna)
1 arancia bio
1 cipolla bianca (ma rossa è meglio)
2 cucchiai di olio evo
sale affumicato
pepe rosa intero
pepe misto macinato
chiodo di garofano tritato
zenzero

Per la cottura in forno:
mezzo radicchio trevisano e tutto quello che è stato messo nella marinatura

Ho tagliato a fette il seitan perchè assorbisse meglio gli aromi, lasciandole però attaccate in fondo in modo che fosse più maneggevole da spostare. L'ho messo in una ciotola con tutti gli ingredienti della marinata, la cipolla tagliata a dadini piccoli, lo zenzero anche, l'arancia pelata al vivo dopo aver tolto la buccia col rigalimoni. Ho lasciato tutta notte in frigo (per la verità dalle 7 di sera fino alle undici del giorno dopo).
Ho messo in una teglia il radicchio tagliato a striscioline, il seitan e tutta la marinata.
Ho cotto a 180 gradi per 45 minuti.
Buono, buono, buono. Non vi so dire di cosa sa, ma è buono, con una consistenza perfetta spugnosa il giusto. Il sughetto invece lo so di cosa sa, sa di vin brulè :-) Ovviamente ci si beve insieme lo stesso vino.



* Qualcuno usa la manitoba perchè contiene più glutine o la farina non integrale pensando che tanto poi la crusca va tutta sciacquata via. Io la manitoba non la uso quasi più semplicemente perchè non sa di niente, il pane viene gonfio ma poco saporito e leggermente gommoso il giorno dopo e chissenefrega se viene più alveolato, noi non siamo mica industre che misurano la "qualità" del pane in centimetri, no? Non ci interessa di vendere aria. Ci interessa il sapore e il valore nutritivo. Se no è inutile fare le cose in casa. Se viene poco saporito il pane figuriamoci il seitan! La farina di kamut è molto proteica, 14,4% la mia per la precisione, integrale biologica, contro un 15,30% della manitoba bio che ho usato per il panettone, e un 11,5% delle solite farine bio 0 e 2 che uso normalmente (la mia preferita è la 2, in assoluto). Più la farina è raffinata e più è povera di valori nutritivi, per questo non uso più neppure la 00. Se però c'è troppa crusca contiene troppi fitati ma integrale non vuole dire "con la crusca", integrale vuole dire completa, cioè con il germe, soprattutto, e con un po' di crusca, ma la parte più esterna viene comunque eliminata. Quando una farina integrale è piena di crusca, cioè molto scura e setacciandola rimane un sacco di "pula" nel setaccio, vuole dire che non è vera integrale ma farina bianca cui è stata aggiunta crusca, e di sicuro non è biologica (i prodotti biologici hanno regole più restrittive di quelle dei prodotti convenzionali). Altro motivo per non comprare mai farina integrale non biologica è che tutte le sostanze chimiche dell'agricoltura convenzionale si depositano nella parte esterna del chicco, per cui, se proprio vivete nell'unico posto dell'universo dove non esiste un negozio di prodotti bio e non esiste neppure la possibilità di comprarla on-line (ma allora non sareste qui), e proprio dovete per forza comprare della farina non biologica compratela bianca e limitate il danno. Comunque, per tornare al seitan, la farina integrale non va tutta dispersa nell'acqua, non più di quella bianca, e il seitan sicuramente è più saporito e nutriente se fatto con la farina integrale. (Per chi non lo sapesse ricordo che la crusca non è salutare perchè contenendo fitati inibisce l'assorbimento dei nutrienti, i fitati - che sono contenuti soprattutto nei legumi e nei cereali - vengono comunque disattivati con l'ammollo, la lievitazione naturale lunga, la germogliazione)
Oltretutto gironzolando nei blog ho scoperto da vera, che ha fatto più esperimenti di me, qui e qui, che usando la farina bianca invece che la farina integrale si ottiene meno compattezza, più è raffinata la farina e più si scioglie il tutto rendendo molto meno perchè c'è più dispersione nell'acqua, in rete si trovano racconti molto divertenti di persone che usando la farina sbagliata se la son ritrovata quasi tutta andar giù dal lavandino e son rimasti letteralmente con niente in mano. Per cui spendiamo un po' di più ma compriamo farina buona integrale biologica, o semintegrale, come la 2, il risparmio rispetto al seitan comprato è comunque notevole anche con una farina che costa un occhio come quella di kamut.

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