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mercoledì 3 febbraio 2010

Tagliatelle con ragù di seitan


Ho rifatto il seitan, e mi è venuto ancora più buono, e anche molto più grande, perchè ho filtrato bene l'acqua con l'amido per recuperare il più possibile di massa glutinica compresa la crusca. Insomma alla fine la resa è davvero soddisfacente, in cottura si è anche gonfiato molto e mi sa che la prossima volta ne faccio solo mezzo chilo di farina perchè era enorme. Il metodo è sempre questo.
Riassumendo: 1 chilo di farina di kamut integrale bio o altra farina integrale bio, si impasta senza setacciare come per fare il pane, solo con acqua, fino ad ottenere un impasto non appiccicoso, si mette almeno un'oretta in frigo, si toglie e si comincia a sciacquare in una pentola piena d'acqua tenendo un colino a maglie fitte sotto in modo da filtrare il tutto, si cambia l'acqua un paio di volte, deve diventare un ammasso spugnoso che sta insieme impastandolo, si forma una vera e propria “maglia”, un po' di amido lo si può lasciare che rimane più morbido.
Poi lo si fa bollire in acqua, salsa di soia, zenzero e kombu almeno mezz'ora, poi ci si fa quello che si vuole, spezzatino, scaloppine, qualunque cosa, simil-vitello tonnato, polpette...
Una parte l'ho tritata e ci ho fatto il ragù anche se devo dire la verità condire la pasta con qualcosa che viene dalla farina se pur composto sostanzialmente di proteine non mi piace molto, l'insieme risulta troppo pesante, nel senso che riempie molto, per cui meglio abbinarlo alle verdure, il seitan, il ragù per esempio lo si potrebbe usare per fare delle verdure ripiene.
Il ragù lo si fa come un normale ragù, un soffritto di carota sedano e cipolla (io ho usato solo carota e scalogno) poi si unisce il seitan tritato, si lascia insaporire, si aggiunge del vino rosso, si lascia evaporare, si cuoce almeno un'ora aggiungendo il pomodoro in pezzi, o della passata, si aggiusta di sale (ma il seitan è già stato insaporito bollendolo con la salsa di soia per cui potrebbe non esserci bisogno). Io preferisco non cuocerlo troppo il pomodoro, alla fine si aggiunge del “parmigiano vegano”, io ho tritato semi di girasole, mandorle e pinoli, ne ho messo un po' in padella a fine cottura e ho mantecato con l'acqua di cottura della pasta, poi ne ho aggiunto anche altro nei piatti.
Le tagliatelle erano normali tagliatelle all'uovo, le solite: 2 uova, 200 gr di farina 2, un cucchiaio di olio evo.

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Ovviamente le tagliatelle in questo caso non sono vegane, solo il ragù, ma metto lo stesso il post nell'etichetta ricette vegane.

sabato 2 gennaio 2010

Arrosto di seitan al vino rosso e arancia


Fare il seitan è facilissimo e si fa in un attimo! Ed è anche buono, niente a che vedere con quella cosa che si compra nei negozi bio, che non m'è mai piaciuta, oltretutto quello lo trovo pesante mentre questo è leggero e digeribilissimo.
Comunque cominciamo dall'inizio, come procedimento ho seguito più o meno questo.

Per il seitan:
1 chilo di farina integrale di kamut biologica* (vedere in fondo per la predichetta)
acqua q.b.

Per il brodo:
salsa di soia/zenzero fresco/scalogno/anice e cumino
(ci voleva la kombu ma mi sono dimenticata di metterla, si possono usare altre spezie, erbe, verdure)

Ho impastato pochi minuti la farina (senza setacciarla prima) con acqua come per fare il pane, fino ad ottenere un panetto morbido non appiccicoso, e l'ho messo in frigo, coperto.

Dopo un'oretta l'ho tolto, l'ho messo in una pentola piena di acqua fredda ed ho cominciato a "sciacquarlo" stringendo e mollando con le mani, cambiando ogni tanto l'acqua, fino a quando non diventa abbastanza limpida, ma non troppo, un po' di amido è meglio lasciarlo così resta più morbido, ad un certo punto tende a sfaldarsi ma alla fine rimane un panetto morbido spugnoso bello compatto (con un chilo di farina m'è venuto un seitan da 500 grammi abbondanti).
L'acqua con l'amido si può tenere, soprattutto quella iniziale che ne contiene di più, prima di tutto è molto utile per lavare i piatti e poi la si può anche usare per addensare zuppe o altro.

A questo punto questa massa di glutine va fatta bollire nel brodo, fatto con gli ingredienti che si preferiscono, ma consigliati sono salsa di soia, zenzero e kombu. Io non l'ho legato, l'ho solo lavorato un po' con le mani per renderlo più compatto e poi l'ho buttato nel brodo bollente, non s'è mosso d'un millimetro, invece, come vedete dalle foto, si gonfia parecchio. Poi l'ho anche fatto rosolare in padella.
Nella foto 1 il seitan crudo, nella foto 2 il seitan bollito (essendo lo stesso piatto si vede che è cresciuto), nella foto 3 il seitan passato in padella per farlo insaporire ulteriormente con olio e salsa di soia (è solo un po' più unto, più che altro la cosa che mi piace di queste tre foto è che si vede la luce che cambia perchè s'è fatta sera anche se non centra niente col seitan). A questo punto si potrebbe anche mangiare, in pratica è l'arrosto di erbaviola, ma il seitan secondo me più lo si paciuga insaporisce e meglio è. Io l'ho fatto marinare e il giorno dopo l'ho cotto nel forno. Nella foto 4 la marinatura e nella foto 5 il seitan cotto e finito.
Per la ricetta ho preso spunto da qui.

Per la marinatura:
500 gr di seitan bollito e passato in padella come sopra
250 ml di vino rosso (io ho usato un cannonau riserva preso in cantina sociale a castiadas, sardegna)
1 arancia bio
1 cipolla bianca (ma rossa è meglio)
2 cucchiai di olio evo
sale affumicato
pepe rosa intero
pepe misto macinato
chiodo di garofano tritato
zenzero

Per la cottura in forno:
mezzo radicchio trevisano e tutto quello che è stato messo nella marinatura

Ho tagliato a fette il seitan perchè assorbisse meglio gli aromi, lasciandole però attaccate in fondo in modo che fosse più maneggevole da spostare. L'ho messo in una ciotola con tutti gli ingredienti della marinata, la cipolla tagliata a dadini piccoli, lo zenzero anche, l'arancia pelata al vivo dopo aver tolto la buccia col rigalimoni. Ho lasciato tutta notte in frigo (per la verità dalle 7 di sera fino alle undici del giorno dopo).
Ho messo in una teglia il radicchio tagliato a striscioline, il seitan e tutta la marinata.
Ho cotto a 180 gradi per 45 minuti.
Buono, buono, buono. Non vi so dire di cosa sa, ma è buono, con una consistenza perfetta spugnosa il giusto. Il sughetto invece lo so di cosa sa, sa di vin brulè :-) Ovviamente ci si beve insieme lo stesso vino.



* Qualcuno usa la manitoba perchè contiene più glutine o la farina non integrale pensando che tanto poi la crusca va tutta sciacquata via. Io la manitoba non la uso quasi più semplicemente perchè non sa di niente, il pane viene gonfio ma poco saporito e leggermente gommoso il giorno dopo e chissenefrega se viene più alveolato, noi non siamo mica industre che misurano la "qualità" del pane in centimetri, no? Non ci interessa di vendere aria. Ci interessa il sapore e il valore nutritivo. Se no è inutile fare le cose in casa. Se viene poco saporito il pane figuriamoci il seitan! La farina di kamut è molto proteica, 14,4% la mia per la precisione, integrale biologica, contro un 15,30% della manitoba bio che ho usato per il panettone, e un 11,5% delle solite farine bio 0 e 2 che uso normalmente (la mia preferita è la 2, in assoluto). Più la farina è raffinata e più è povera di valori nutritivi, per questo non uso più neppure la 00. Se però c'è troppa crusca contiene troppi fitati ma integrale non vuole dire "con la crusca", integrale vuole dire completa, cioè con il germe, soprattutto, e con un po' di crusca, ma la parte più esterna viene comunque eliminata. Quando una farina integrale è piena di crusca, cioè molto scura e setacciandola rimane un sacco di "pula" nel setaccio, vuole dire che non è vera integrale ma farina bianca cui è stata aggiunta crusca, e di sicuro non è biologica (i prodotti biologici hanno regole più restrittive di quelle dei prodotti convenzionali). Altro motivo per non comprare mai farina integrale non biologica è che tutte le sostanze chimiche dell'agricoltura convenzionale si depositano nella parte esterna del chicco, per cui, se proprio vivete nell'unico posto dell'universo dove non esiste un negozio di prodotti bio e non esiste neppure la possibilità di comprarla on-line (ma allora non sareste qui), e proprio dovete per forza comprare della farina non biologica compratela bianca e limitate il danno. Comunque, per tornare al seitan, la farina integrale non va tutta dispersa nell'acqua, non più di quella bianca, e il seitan sicuramente è più saporito e nutriente se fatto con la farina integrale. (Per chi non lo sapesse ricordo che la crusca non è salutare perchè contenendo fitati inibisce l'assorbimento dei nutrienti, i fitati - che sono contenuti soprattutto nei legumi e nei cereali - vengono comunque disattivati con l'ammollo, la lievitazione naturale lunga, la germogliazione)
Oltretutto gironzolando nei blog ho scoperto da vera, che ha fatto più esperimenti di me, qui e qui, che usando la farina bianca invece che la farina integrale si ottiene meno compattezza, più è raffinata la farina e più si scioglie il tutto rendendo molto meno perchè c'è più dispersione nell'acqua, in rete si trovano racconti molto divertenti di persone che usando la farina sbagliata se la son ritrovata quasi tutta andar giù dal lavandino e son rimasti letteralmente con niente in mano. Per cui spendiamo un po' di più ma compriamo farina buona integrale biologica, o semintegrale, come la 2, il risparmio rispetto al seitan comprato è comunque notevole anche con una farina che costa un occhio come quella di kamut.

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lunedì 22 giugno 2009

Lasagne integrali zucchine melanzane e tofu


Non sono vegane ma quasi. C'è solo un uovo nella pasta, che si potrebbe omettere senza problemi.
Nonostante qualcuno l'abbia scambiata per ricotta quella roba beige è una salsa di tofu, e sono soddisfazioni :-)
Le zucchine sono cotte al forno con olio ed erbe di provenza. Le melanzane solo scottate.

Prima di tutto ho fatto la pasta: 100 gr di semolato integrale bio, un uovo, un pizzico di sale, un cucchiaino di olio, pochissima acqua. Impastato e lasciato riposare.
Nel frattempo ho messo a bollire il tofu in un padellino d'acqua (deve bollire 10 minuti, se possibile il sapore diventa ancora peggiore che da crudo ma sembra sia indispensabile cuocerlo). Poi l'ho frullato, con olio, salsa di soia, abbondanti mandorle senza pellicina e l'acqua di cottura fino ad avere una crema.
Sempre nel frattempo (la pasta dovrebbe riposare almeno un'oretta) ho tagliato a fette le zucchine, cosparse di erbe di provenza secche e olio d'oliva e cotte in forno.
Poi ho steso la pasta, ho portato dell'acqua salata ad ebollizione, l'ho cotta pochi minuti, l'ho scolata e messa su un canovaccio a raffreddare. Nella stessa acqua ho scottato le melanzane a fette.
In una pirofila di ceramica ho messo strati di pasta, melanzane, zucchine col loro olio, crema di tofu. Ho finito come faccio sempre con la pasta.
Ho messo in frigo fino al giorno dopo. Prima di infornare (180 gradi) ho cosparso con un trito di sesamo e mandorle, fiocchi di sale speziato e olio evo abbondante. L'ho lasciato in forno mezz'oretta.

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martedì 12 maggio 2009

Lasagne con pesto d'ortica e crescenza


Queste lasagne le avevo fatte già qualche settimana fa, ma poi ho perso le foto e le ho dovute rifare ;-) Sono simili a queste.

Pasta:
200 gr semola integrale biologica
2 uova
1 cucchiaio di olio evo
una pizzico di sale
acqua tiepida q.b.

Pesto:
ortica scottata in acqua bollente non salata per 1 minuto
pinoli
pecorino grattugiato
olio evo
un pizzico di sale affumicato

crescenza, olio e pecorino grattugiato per la teglia


La pasta è la solita pasta all'uovo ma fatta con una semola integrale biologica molto buona, il gusto ne guadagna molto e anche la consistenza. Si impasta la farina con le uova salate, l'olio e acqua quanto basta per avere l'impasto della giusta consistenza. Si lascia riposare un'oretta e poi si stende.
Si fanno bollire le lasagne un paio di minuti in acqua salata e si fanno raffreddare su un telo.

Il pesto è fatto frullando tutti gli ingredienti. Perfetto anche per condire la pasta o sul pane o nel minestrone. E' buonissimo, dolce, di un verde intenso.

Le lasagne le ho composte mettendo in una teglia di ceramica a strati la pasta, il pesto, della crescenza bio a pezzetti fino a esaurimento. Ho terminato con la pasta perchè mi piace il croccantino. Ho messo in freezer.
Secondo me se riposano in freezer qualche giorno sono più buone. Le tolgo dal freezer la sera prima per il giorno dopo e le metto in frigo a scongelare lentamente. Prima di infornare do una spolverata di pecorino e un filo d'olio. Si possono fare con qualunque altro pesto.

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mercoledì 22 aprile 2009

Crespelle vegane con piantaggine


Ancora piantaggine. Ve l'ho detto che ne avevo raccolta tanta.
L'impasto delle crepes l'ho preso qui, mentre la "besciamella" vegan l'ho presa qui. Più o meno.

Per le crepes:
150 gr di farina integrale bio
150 gr di farina di grano saraceno bio
250 ml acqua
250 ml latte di soia
una presa di sale
olio per cuocerle
Per la besciamella:
4 cucchiai olio di sesamo
100 gr farina di riso bio
1 pizzico di sale di cipro speziato in fiocchi
600 ml acqua


Per le crepes: mescolare tutti gli ingredienti bene senza formare grumi e poi cuocere come delle normali crepes ungendo la padellina con poco olio. A me è venuto troppo denso l'impasto e troppo spesse le crepes, la piastra di ghisa non ne ha voluto sapere di 'ste crepes e ho dovuto usare una padella antiaderente che non va bene per le crepes, ma insomma...
Per la besciamella lo stesso: ho mescolato tutti gli ingredienti in un pentolino e poi fatto cuocere a fuoco molto basso fino a quando si è addensata. Bastano pochi minuti.
La piantaggine era stata precedentemente scottata pochi minuti.
Ho spalmato della besciamella sulle crepes, ci ho messo uno strato sottile di piantaggine, le ho piegate, ho messo sopra altra besciamella, una spolverata di mandorle tritate e di polvere d'arancia, un filo di olio e in forno fino a doratura, una mezz'oretta credo. Si possono anche scaldare solo con un filo d'olio e una spolverata di mandorle o parmigiano vegano o gomasio, senza aggiungere la salsina di riso anche sopra.

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giovedì 10 luglio 2008

Kamut alle fragole



Salsadisapa ha avuto quest'idea del restyling di vecchie ricette degli anni '80, si ma chi si ricorda cosa si mangiava negli anni '80... io mangiavo quello che capitava, o anche niente, e al ristorante mica ci andavo, al limite una pizza, però sembra che allora fosse molto in voga il risotto con le fragole, anche se sinceramente io l'ho sentito nominare solo negli ultimi anni, insomma per farla breve ho fatto il kamut alle fragole, non è un risotto, non è nemmero un riso, e le fragole sono quelle delle mie piantine sul terrazzo e cioè 5, non le piantine, le fragole.

Ho cotto il kamut (che è un tipo di frumento molto antico molto proteico leggermente dolce e buonissimo) nella sua acqua (mezza tazza di kamut per una tazza di acqua) con un pizzico di sale, il mio era precotto e ci ha messo poco, 10-15 minuti, comunque si cuoce come il riso.
Ho cotto le fragole in un cucchiaio di olio, un cucchiaio di aceto balsamico, un pizzico di sale e un po' di erba cipollina tagliuzzata, alcuni minuti senza che si spappolino, ho condito il riso e cosparso di menta sminuzzata. Buono anche tiepido.






mercoledì 7 maggio 2008

Orzo asparagi e orzo


Il titolo sembra stupido ma non lo è, e l'idea non è mia ma di sara-salsadisapa-qualcosadirosso.
Il risultato è buonissimo e l'orzo fa molto bene, come tutti i cereali, si sa.
L'ideona è usare la polvere di orzo che si usa per fare il caffè d'orzo con la moka a fine cottura abbinata all'anice che con l'orzo ci sta benissimo.
La mia ricetta è diversa perchè ho usato l'orzo decorticato, e non perlato, ci mette di più a cuocere perchè è più integrale, anche se non completamente, e poi non ho messo il cipollotto ed ho usato i semi di anice anzichè l'anice stellato.

50 grammi di orzo decorticato (o mondo che è più integrale o perlato che è meno integrale, i tempi di cottura cambiano)
100 grammi di asparagi
un cucchiaio di polvere di orzo per fare il "caffè"
un cucchiaino di semi di anice
olio
sale


Sciacquare l'orzo e cuocerlo con 3 parti di acqua per 1 di orzo (ma dipende dalla pentola), quello decorticato ci mette circa 50 minuti, e va lasciato in ammollo prima alcune ore.
Tagliare gli asparagi in diagonale, più sottili le parti più dure del gambo e più grosse le parti più tenere, lasciando le punte intere.
Scaldare in padella dell'olio d'oliva e far saltare un minuto dei semi di anice, poi unire gli asparagi, salare leggermente, far insaporire, e aggiungere un mestolo di acqua bollente dell'orzo che sta cuocendo da mezz'ora circa, coprire e cuocere a fuoco basso venti minuti circa.
Quando l'orzo è cotto unire agli asparagi e spolverare con la polvere di orzo, spegnere, mescolare bene e lasciare riposare 5 minuti prima di servire.


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lunedì 10 marzo 2008

Curry di lenticchie rosse


250 gr di lenticchie rosse (decorticate)
mezzo cucchiaino di curcuma macinata
1 cucchiaino di paprika dolce
mezzo peperoncino verde fresco
2 cucchiai di ghee (burro chiarificato)
1 cucchiaino di semi di cumino
3 foglie di alloro
sale
1 cucchiaino di zucchero di canna
1 cucchiaino di garam masala


Cuocere le lenticche nell'acqua in modo che l'assorbano quasi tutta. Quelle decorticate ci mettono una ventina di minuti.
Unire alle lenticchie la curcuma e la paprika, cuocere ancora 10 minuti e tenere da parte.
Scaldare il ghee e rosolare per un minuto il peperoncino tagliato a fettine (semini compresi), il cumino, l'alloro. Poi aggiungere le lenticchie, salare, aggiungere anche lo zucchero e il garam masala, insaporire un paio di minuti e servire con riso o pane indiano.

Le lenticchie sono molto presenti nella cucina indiana e si chiamano dal. Queste rosse, che cuocendo diventano gialle e sono sbucciate si chiamano masoor dal.

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giovedì 6 marzo 2008

Polpette di miglio con farina di ceci e nocciole


Un'altra cosa ispirata alla macrobiotica e vegana ma golosissima.

4 pugni di miglio
1 presa di sale
semi di finocchio

3 carote medie cotte al vapore
1 cucchiaio di salsa di soia
2 cucchiai di nocciole tritate
1 cucchiaino di curcuma
farina di ceci quanto basta
pangrattato
olio evo per cuocerle


Cuocere il miglio come si fa col riso, cioè facendogli assorbire tutta l'acqua, con il sale e i semi di finocchio.
Aggiungere le carote cotte tritate, la salsa di soia, la curcuma, le nocciole e farina di ceci fino ad avere la giusta consistenza.
Fare delle palline schiacciate, passarle nel pangrattato e cuocerle in padella con l'olio d'oliva.

Servire con una salsina, nella foto wasabi.


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venerdì 15 febbraio 2008

Mousse ricotta yogurt e porri



Un'altra cosa dietetica, che avevo fatto per il meme dietetico di fiordisale e poi mi sono dimenticata di postare.


100 gr. ricotta vaccina - 147 calorie
200 gr. yogurt magro - 72 calorie
100 gr. porri - 32 calorie
tot. -> 251 calorie

un quarto di cucchiaino da caffè di agar agar in polvere (facoltativo)
buccia tostata tritata d'arancia (per decorare)


Cuocere al vapore con poco sale i porri tagliati a rondelle, frullarli, unire la ricotta, lo yogurt e l'agar agar e amalgamare bene.
L'agar agar serve come addensante (è un'alga inodore insapore incolore) per avere una consistenza maggiore tipo budino, non è indispensabile e se lo si usa il composto deve essere bollito per una decina di minuti. La cottura uccide i fermenti presenti nello yogurt.
La buccia d'arancia tostata e tritata è la polverina magica che tutti nei blog abbiamo provato ultimamente a fare, in diverse varianti.
Io la tolgo con il rigalimoni, la lascio in forno un'oretta a 60 gradi, poi la pesto nel mortaio. E' buonissima e si accorda proprio bene coi porri e con un sacco di altre cose.

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domenica 13 gennaio 2008

La polenta bergamasca


La polenta è forse l'unica cosa tipicamente bergamasca che mi piace, ma è anche una cosa su cui sono pignola pignola pignola, ma proprio pignola. Fatta in questo modo non la si trova ormai più molto facilmente neppure a bergamo, per la verità. Cioè fatta nel paiolo di rame, con la farina bella rustica, girata a mano (esistono paioli elettrici), e dura.
Io non ho niente eh contro le altre polente; quella veneta più morbida, quella della valtellina con grano saraceno, e tutte le altre, perfino quella precotta che credo di non aver mai mangiato. Ma la vera polenta bergamasca è questa.

Le dosi a occhio, perchè non ho idea delle proporzioni acqua/farina, anche perchè dipende dalla farina, che deve essere bramata, rustica, macinata a pietra.
Si porta l'acqua al bollore, salata. Si butta la farina a pioggia, poca per volta, mescolando con una frusta, basterebbe anche un mestolo o il bastone ma all'inizio la frusta è più comoda, quando si incominciano a vedere "i segni" della frusta che gira e non si vede più l'acqua vuole dire che si può smettere di aggiungere farina.
A questo punto la si deve cuocere col fuoco abbastanza alto almeno 45 minuti, girandola spesso con un mestolo lungo ma non ininterrottamente, perchè si deve abbrustolire bene ai bordi, quando è cotta si forma una crosta tutt'intorno che rimarrà nel paiolo.
Si mangia di solito con la carne: coniglio cotto con vino rosso e verdure, per esempio, o salame bollito. A me piace di più col formaggio, soprattutto col gorgonzola. Oppure con delle verdure cotte in padella che facciano un bel sughetto.

Oggi l'abbiamo mangiata con dei funghi champignons scuri cotti semplicemente con aglio olio e peperoncino verde piccante, e con degli spinaci saltati in padella sempre con olio e aglio. E col formaggio. Gorgonzola piccante e roccolo: simile al taleggio ma a pasta più dura, viene prodotto nella stessa zona, ed è buonissimo.

Però, in conclusione, dopo tutta 'sta manfrina, vi confesserò una cosa: io la polenta non la so fare :-)
Cioè, si, in teoria la saprei anche fare, magari, se mi mettessi, dopo un paio di tentativi mal riusciti, riuscirei anche a farla proprio come piace a me; ma non la faccio mai, non ho neppure il paiolo di rame.
Questa l'ha fatta mia mamma, su commissione, è arrivata a casa mia col paiolo, pure col tagliere, e l'ha fatta lei. :-)

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martedì 4 dicembre 2007

Samosa





Fagottini ripieni tipici indiani, che io ho fatto vegetariani ma possono anche essere ripieni di carne, fritti. Si possono anche fare al forno ma non è la stessa cosa. Con queste dosi ne vengono 8 grandi.

pasta:
150 gr. di farina,
4 cucchiai di ghee, burro chiarificato
mezzo cucchaino di sale


Si impasta con acqua fino ad ottenere la giusta consistenza, lavorando per almeno 15 minuti, deve essere molto elastico.
Lo si copre e lo si lascia da parte mentre si prepara il ripieno o anche di più.

ripieno:
2 patate grosse
150 gr. circa di cavolfiore
100 gr. di piselli
2-3 cucchiai di ghee
mezzo cucchiaino di semi di cumino
mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere
1 cucchiaino di semi di coriandolo macinati
1 cucchiaino di paprika
un pezzetto di zenzero fresco
1 cucchiaino di garam masala
sale


Ho cotto al vapore per 5 minuti patate e cavolfiore a dadini, ho scaldato in padella il ghee e unito il cumino, poi tutte le altre spezie tranne garam masala e sale, poi le verdure, compresi i piselli surgelati. Fatto stufare a fuoco basso con un po' d'acqua e alla fine aggiunto garam masala e sale.

L'impasto lo si divide in 8 parti, si fanno delle palline e si stendono sottili col mattarello, deve essere trasparente.
Si dividono a metà e si uniscono con le dita bagnate le due estremità dritte facendole leggermente sormontare, formando un cono, non è semplicissimo ma ci si riesce. Non chiedetemi com'è che si sono inventati questo sistema quando si poteva semplicemente fare un raviolone.
Si riempiono i coni col ripieno e si chiudono bene, sempre con le dita umide.

Io li ho fritti nel wok usando sempre il solito olio bio di semi.
Si mangiano caldi.
Per una versione più leggera si possono anche cuocere in forno.

Il garam masala è un mix di spezie, che si trova già pronto o si può fare, ce n'è molte versioni, io l'ho fatto con: semi di coriandolo, cumino, peperoncino, pepe, noce moscata, chiodi di garofano, cardamomo, semi di finocchio, alloro.

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lunedì 17 settembre 2007

Cous Cous vegetariano



Cous Cous alle 5 verdure, o meglio 4 verdure + i ceci, leggermente piccante e speziato.
Prima di tutto ho fatto un brodo leggero simile al brodo indiano con scalogno, carota, menta, semi di coriandolo, semi di finocchio, poco sale marino integrale.
Poi ho scaldato in padella larga olio evo con le tre spezie solite (semi di cumino, anice e finocchio pestati), lasciato insaporire un minuto e aggiunto peperoncino verde piccante, le carote tagliate a dadini, dopo alcuni minuti le zucchine e la zucca tagliate a dadini più grossi, dopo alcuni minuti la verza tagliata a quadretti e per ultimi i ceci che erano già stati lessati con kombu e alloro.
Ho salato e aggiunto circa mezzo bicchiere di brodo bollente dove avevo sciolto una bustina di zafferano e abbassato il fuoco, lasciato cuocere per una decina di minuti ancora. Le verdure devono cuocere in modo omogeneo ma rimanere croccanti, perlomeno a me piacciono così. Deve rimanere un bel sughetto liquido.
Il cous cous era quello precotto e l'ho preparato sgranandolo prima con olio d'oliva e poi aggiungendo il brodo bollente (circa una tazza e mezza per una tazza di cus cus), poi si mette il coperchio e si aspetta una decina di minuti che si gonfi, il tutto a fuoco spento.
Servito con coriandolo in foglie e menta fresca tritati.

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mercoledì 11 luglio 2007

Polpettine di patate in zuppetta

Praticamente un purè di patate fatto a polpetta.
Patate cotte al vapore schiacciate, un uovo o un cucchiaio di amido di mais sciolto nell'acqua di cottura delle patate, sale pepe noce moscata pecorino.
Le palline (diametro di 3 cm. circa) sono passate nei fiocchi di miglio, si possono anche passare nel pangrattato ma il miglio mi sembra meglio.
Si possono cuocere direttamente nella passata e allora il miglio tende a staccarsi e a sciogliersi, oppure in padella con olio basso e allora diventano croccanti e si possono unire alla passata calda.
Meglio in questo caso schiacciarle leggermente.



La passata di ceci è stata fatta frullando i ceci (o passandoli o schiacciandoli grossolanamente) cotti in acqua alloro e alga kombu e aggiungendo del pecorino alla fine.
La passata di carote è stata fatta frullando le carote cotte in acqua e semi di finocchio e aggiungendo un po' di curry o altra masala.



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lunedì 9 luglio 2007

Lasagne al pesto

Ho sempre saputo che il basilico non si deve cuocere, come il prezzemolo, e neanche il pesto, ma poi ho trovato questa ricetta anni fa in giro e ho preso l'abitudine di fare queste lasagne, che sono anche tutto sommato abbastanza leggere e semplici.

  • Pasta all'uovo fresca (200gr. di farina 00, un cucchiaio di olio d'oliva, due uova intere bio, acqua q.b.)
  • Pesto fresco (basilico, pinoli, pecorino, olio d'oliva, aglio, sale)
  • Crescenza (io ne ho usata una di capra perchè ho la fissa ma qualunque va bene)
  • Patate cotte al vapore (tenendo anche un po' di acqua di cottura)
  • Pecorino grattugiato

Si compongono gli strati in teglia di pasta (cotta prima al dente), pesto, crescenza e patate a tocchetti, pecorino, finendo se si vuole con una sfoglia di pasta e pecorino che diventa croccante, oppure con del condimento, l'acqua di cottura delle patate può servire per bagnare un po' le lasagne in modo che rimangano più morbide all'interno.

Si cuociono in forno a 180° per mezz'oretta.



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mercoledì 20 giugno 2007

Involtini di melanzane

Questi involtini vegetariani possono avere parecchie varianti, questa volta ho aggiunto le noci, altre volte li ho fatti con le melanzane fritte anzichè grigliate, o con il sughetto di pelati anzichè pomodoro fresco, per una versione più estiva e leggera si possono anche fare senza pomodoro e senza passarli in forno, come antipasto, o con le zucchine invece che con le melanzane... il ripieno ricotta-noci va anche benissimo per farcire delle fettine di bresaola.


Ho grigliato le melanzane in forno e poi le ho condite con olio, ho preparato un sughetto di pomodoro fresco con olio d'oliva aglio peperoncino semi di finocchio origano e poco sale, ho tritato delle noci e le ho aggiunte a pari quantità di ricotta senza aggiungere altro, ho farcito le fette di melanzana e le ho messe in una pirofila su carta forno, con sopra il sugo di pomodoro e parmigiano abbondante, ho cotto in forno una mezz'oretta e poi ho fatto grigliare un minuto.


HAIKU: arrotolando - contrasti di colore - voglia d'estate




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